lunedì, luglio 03, 2006
Ricordi
Teheran - Fervono i preparativi per il capodanno iraniano mentre a Bandar Abbas due persone sono state impiccate. Un vero contrasto paragonabile ai contrasti delle spezie che usano per i cibi. Ebbene si’, in questo Paese ancora esiste la pena di morte. Questa notizia mi ha fatto ricordare quando vi ho assistito per la prima volta. Mi trovavo a Bandar Abbas. Vivevo con i miei genitori nel campo italiano. Frequentavo la prima media. La mattina andai a scuola e l’insegnante di Farsi disse che voleva portarci in città. Tutti pensammo che era un modo per evitare le lezioni. Invece lo spettacolo fu peggiore. Prendemmo l’autobus, vecchio, pieno di polvere. Attraversammo una strada altrettanto polverosa. Ci sorpassavano altri pullman pieni di gente che andava in città. Pensammo che forse c’era una festa. Eravamo entusiasti, non vedevamo l’ora di arrivare. Appena giunti in città scendemmo e l’insegnante ci fece cenno di seguirla. Attraversammo le stradine del centro, il mercato. Rimanemmo colpiti dai molteplici colori della frutta. Ad ogni passo ci chiamavano per offrirci le delizie. Appena giunti nella piazza principale il terrificante spettacolo. Un uomo e una donna impiccati. Giustiziati perché amanti. Un atto d’amore che Iran si paga con la vita. Questo è soltanto un esempio: basta una contravvenzione non pagata per finire sotto processo. Una realtà tanto diversa dalla nostra e difficile da comprendere, se non la si vive. Simona Maggi 17 marzo 2005
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