martedì, luglio 04, 2006

Perchè tanta fretta?



Tehran – Ieri sono entrato in un palazzo del potere, il ministero degli esteri iraniano, il crocevia in questo momento degli interessi politici mondiali. Affollatissima conferenza stampa di Hamid Reza Asefi, portavoce autorevole del ministro Mottaki. Tutte le domande naturalmente sono state sul nucleare. Asefi è stato chiaro: “Noi vogliamo trattare, lo stiamo dimostrando, Mottaki gira il mondo per incontrare islamici e non islamici, vuole sentire il parere di tutti. Siamo assolutamente per il negoziato, ma non bisogna metterci fretta. Il presidente Ahmadinejad ha detto che daremo una risposta entro agosto e i motivi ci sono perché noi dobbiamo innanzitutto pensare agli interessi del nostro Paese e sentire tutte le componenti. Non capiamo questa fretta, abbiamo tutta la volontà di accettare il dialogo con l’Europa. Gli Stati Uniti insistono, sembrano che non abbiano tempo. Invece noi, per esempio, siamo preoccupati dalla loro presenza ai nostri confini. Condanniamo con fermezza il terrorismo irakeno, ma la presenza militare americana costituisce un forte disagio per tutta la regione”. Eloquente. Va chiarito che, ammesso che l'Iran abbia intenzione di costruire la bomba atomica, ci vorrebbero almeno dieci anni a partire da oggi. Il Pakistan, per esempio, già la possiede.

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