martedì, luglio 04, 2006
Più calcio che nucleare
Tehran - Il villaggio globale permette naturalmente, da tempo, di stare tutti insieme. Così mentre leggo sulle agenzie di un viaggio prossimo del ministro degli esteri iraniano Mottaki a Roma dove chiederà l'appoggio di D'Alema, non posso che soffermarmi sulle altre notizie. Quelle che in qualche maniera ho dentro. Ancora buio sui fratellini di Gravina che ho lasciato di corsa per venire in Iran. I brutti venti che stanno soffocando la Somalia. Dopo calciopoli lo scandalo brutto dei Savoia, come dire che non ci facciamo mancare niente. Seguo distrattamente le vicende calcistiche mondiali (compresa la figuraccia degli azzurri): qui stasera festeggiano la batosta presa dall'Arabia Saudita, non li possono vedere, certo si parla più di pallone che di nucleare. E poi l'Iraq. Saddam condannato a morte, scontato. L'assassinio di Calipari archiviato, scontato anche questo. Almeno un'impennata d'orgoglio dei magistrati romani che hanno invece incriminato Mario Lozano per "delitto politico". Non serve a nulla ma quantomeno il marine che ha scaricato cinquantotto colpi sull'auto con la Sgrena non potrà venire a visitare la terra degli avi. L'ennesima impunità americana mi indispettisce e preferisco finire con la storia del povero gabbiano finito nei motori di un aereo a Rimini. Quasi uno di famiglia.
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