martedì, luglio 04, 2006

Parlare di nucleare,con una vittima



Tehran - Hamid Salehi ha trentotto anni. Ne dimostra molti di più, è malato gravemente ai polmoni e ha tutto il corpo pieno di piaghe. Aveva solo quindici anni quando partecipò alla guerra contro l'Iraq, da volontario. "Ero piccolo, non ricordo bene, combattevo lungo il fiume, al confine. Un giorno arrivò una bomba e poi un'altra subito dopo. La seconda non esplose. Non capimmo e quando si sprigionò il gas molti miei compagni morirono asfissiati, io mi sentii malissimo". Hamid è una delle vittime della guerra chimica di Saddam, come dicono qui in Iran. Una guerra lunga diciassette anni. Saddam usò almeno trecento volte le armi chimiche, ci dicono. Probabilmente al cianuro, loro le chiamano semplicemente bombe alla mostarda. "Peggio di Hitler" dice Hamid che sta per laurearsi in scienze politiche ma che non potrà mai lavorare perchè sta molto male e deve accontentarsi del sussidio dello Stato. Gli chiediamo allora com'è possibile che anche l'Iran oggi pensi ad usare il nucleare. "Intanto ricordiamoci che non sono i popoli a volere le guerre ma i governi. E tutti quelli che fanno i soldi con le guerre. Io amo tutti, cristiani e mussulmani possono essere fratelli. Io non credo che l'Iran abbia la bomba atomica. Io non voglio una cosa del genere, sarebbe un disastro. Da qualche anno siamo gemellati con le vittime giapponesi di Hiroshima, abbiamo lingue differenti ma ci capiamo, siamo vicini. Non vogliamo altre catastrofi, il mondo non può permetterselo". L'incontro con quest'uomo avviene nei locali dell'associazione dedicata appunto alle vittime della guerra chimica con l'Irak. Un milione di colpiti, almeno cinquantamila ancora a rischio mortale.La sala è piena di disegni dei bambini di Tehran dedicati alla pace. Parliamo anche con il responsabile, Shahriar Khateri. Gli facciamo la stessa domanda, sul nucleare. "Non mi piace parlare di politica, ma intanto bisognerebbe chiedersi perchè gli americani hanno appoggiato quella guerra sporca dell'Irak. Poi bisognerebbe ricordarsi che sono stati sempre loro a buttare la bomba atomica su Hiroshima. Solo a questo punto bisognerebbe interrogarsi sul nucleare iraniano. Rispondo subito che l'Iran, ne sono convinto, non ha la bomba atomica nè ha intenzione di usarla, sono solo parole, politica, propaganda. Ma se pure un giorno disgraziato il nostro governo decidesse di usarla, noi diremmo no, noi siamo tanti, noi popolo iraniano, non lo vogliamo". Salutandoci ci fa vedere sul tavolo una mina antiuomo. "E' italiana." Ma sorride e ci stringe la mano, con amicizia. E' il futuro che conta, non il passato.

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