venerdì, novembre 17, 2006

Pronti a collaborare

L'Iran è pronto a collaborare con la comunità internazionale sui più importanti dossier mediorientali. E' quanto scrive il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad in una lettera inviata al premier Romano Prodi e consegnatagli dal vice ministro degli Esteri di Teheran Jalili. La lettera è stata recapitata durante l'incontro che stamani Jalili ha avuto a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio e con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema. Lo si apprende in ambienti governativi. Prodi e D'Alema - riferiscono le stesse fonti - hanno ribadito al vice ministro degli Esteri iraniano che la legittima aspirazione dell'Iran a vedersi riconosciuto un ruolo di potenza regionale va esercitata attraverso l'assunzione di un ruolo responsabile, manifestando una piena disponibilità a cooperare per risolvere i problemi più rilevanti dell'area. L'Iran insomma, hanno sottolineato Prodi e D'Alema, deve usare il suo peso e la sua influenza in prospettiva di una piena stabilizzazione della regione. Un canale di dialogo con Teheran va benissimo, hanno concluso il premier e il ministro degli Esteri, ma la dirigenza iraniana deve impegnarsi chiaramente in questa direzione.

Preghiera

martedì, novembre 14, 2006

Parlerà agli americani

Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha dichiarato che invierà un messaggio agli Stati Uniti. Senza fornire, però, dettagli sui contenuti. "In America molti mi hanno chiesto di spiegare la posizione della nostra nazione, questo accadrà presto - ha detto - noi distinguiamo chiaramente fra il popolo e il governo americano, e riteniamo che l'amministrazione abbia gravemente danneggiato l'immagine degli americani nel mondo". L'annuncio è arrivato arriva dopo le crescenti pressioni sull'ammministrazione Bush, perché venga aperto un dialogo con Teheran sulla stabilizzazione dell'Iraq. Ahmadinejad ha però riaffermato che la Repubblica islamica non rinuncerà al suo programma nucleare: Washington, invece, chiede la sospensione dell'arricchimento dell'uranio come condizione per avviare contatti diretti. Il presidente iraniano ha avvertito che Teheran non si piegherà nemmeno di fronte alle sanzioni: "Le grandi potenze hanno tentato di impedire al nostro popolo di esercitare i propri diritti in materia nucleare, con l'aiuto di Dio e la resistenza del popolo, l'Iran è ormai riuscito a dominare completamente il ciclo del combustibile nucleare e il tempo gioca a nostro favore". "Quest'anno spero di poter avere una grande celebrazione per la nuclearizzazione dell'Iran", ha aggiunto. Anche in questo caso, senza precisare di cosa si tratti. Infine, Ahmadinejad si è rivolto anche ai democratici americani. Invitandoli a non cercare, dopo la vittoria elettorale, di perseguire gli stessi obiettivi dei repubblicani "sotto un'altra copertura": in questo caso, ha minacciato, "la loro sorte sarebbe peggiore" rispetto a quella di chi siede oggi alla Casa Bianca.

lunedì, novembre 13, 2006

Nessuna prova

"Confine Iraq-Iran - Dalla fine di agosto, i comandanti britannici nei deserti del lontano sud-est dell'Iraq stanno accertando una delle più gravi accuse indirizzate dagli Stati Uniti contro l’Iran, cioè che esso sta segretamente fornendo armi e mezzi, finanziamenti e addestramento per gli attacchi contro le forze guidate dagli Usa in Iraq. Alcune centinaia di soldati britannici, avendo a disposizione niente di più delle loro Land Rover modificate e veicoli blindati leggeri, sono andati nel deserto all’inizio di quelli che, secondo gli ufficiali britannici, sarebbero stati mesi di pattugliamenti allo scopo di scoprire il traffico illecito di armi dall’Iran o qualche prova di esso.C’è soltanto una cosa.“Io sospetto che lì non ci sia niente", ha detto il mese scorso il tenente colonnello David Labouchere, parlando in un campo allestito per la notte nei pressi del confine. “ E ho intenzione di provarlo”.Altri alti capi delle forze armate britanniche avevano parlato in modo altrettanto esplicito in alcune interviste nei due mesi precedenti. Diversi ufficiali superiori delle forze armate hanno detto che la Gran Bretagna, le cui forze hanno avuto la responsabilità per la sicurezza nel sud-est dell’Iraq dall’inizio della guerra, non ha trovato nulla che supporti la tesi degli americani che l’Iran sta fornendo armi e addestramento in Iraq. “Io stesso non ho visto alcuna prova" di sostegno armato da parte dell'Iran in Iraq "che sia sostenuto o istigato dal governo, e penso che non ne esista alcuna", ha detto il Segretario alla Difesa britannico, Des Browne, in una intervista a Baghdad alla fine di agosto." segue di Ellen Knickmeyer Washington Post

domenica, novembre 12, 2006

Il dossier sull'uranio

Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha accusato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu di comportamento "vergognoso" per avere aperto un dossier a proposito del programma nucleare di Teheran. "E' vergognoso - ha affermato Ahmadinejad - che il Consiglio di Sicurezza apra un dossier e minacci Paesi che vogliono produrre combustibile nucleare a fini pacifici nel rispetto delle regole e dei regolamenti". Ahmadinejad parlava a Teheran nella cerimonia inaugurale della settima conferenza generale dei Parlamenti asiatici. Il sestetto di Paesi che conduce in prima persona il confronto con Teheran, cioè Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania, stanno cercando faticosamente un accordo sulle misure da adottare nei confronti dell'Iran, che ha ignorato una richiesta del Consiglio di Sicurezza di sospendere entro il 31 agosto scorso le attività del ciclo di arricchimento dell'uranio.Lungi dall'accettare di sospendere le attività legate all'arricchimento dell'uranio l'Iran porterà avanti un progetto per aumentare a 3.000 entro il prossimo marzo il numero delle centrifughe supersoniche usate a questa bisogna. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Mohammad Ali Hosseini. Attualmente l'Iran ha a disposizione in un sito a Natanz 328 centrifughe suddivise in due cascate di 164 ciascuna.

venerdì, novembre 10, 2006

Contro le sanzioni

Il negoziatore iraniano sul nucleare, Ali Larijani, ha dichiarato stamani a Mosca che l'Iran "riesaminerà" le sue relazioni con l'Aiea, l'agenzia sull' energia nucleare dell'Onu, se l'Onu adotterà la bozza di risoluzione sulle sanzioni a Teheran proposta degli europei, senza le "modifiche" proposte dalla Russia. Lo riferiscono le agenzie russe. "Noi rivedremo i nostri rapporto con l'Aiea se le Nazioni Unite accetteranno la risoluzione della troika europea (la cosiddetta Ue-3: Gran Bretagna, Francia, Germania) senza prendere in considerazione gli emendamenti proposti dalla Russia", ha dichiarato Larijani, citato dall'agenzia Interfax. La bozza di risoluzione, che prevede sanzioni contro l'Iran per non aver congelato l'arricchimento dell'uranio, è stata presentata nei giorni scorsi al Consiglio di sicurezza al Palazzo di Vetro da Gran Bretagna, Francia e Germania, incontrando però l'opposizione della Russia, che ha proposto alcune modifiche in senso meno punitivo per Teheran. Larijani, capo del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniana, è da stamani a Mosca, dove ha in programma di incontrare il collega russo Igor Ivanov e forse anche il ministro degli esteri Serghiei Lavrov, per trattare proprio sul dossier nucleare.

giovedì, novembre 09, 2006

Rompere il monopolio


"La maggioranza dei Paesi del mondo" appoggia l'Iran nel suo braccio di ferro con l'Occidente sul nucleare, perché vogliono che "sia spezzato il monopolio di certe potenze sull'energia nucleare". Lo ha detto oggi la Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, in un discorso tenuto durante una visita a Semnan, città 200 chilometri a est di Teheran. "L'Iran - ha affermato Khamenei, citato dall'agenzia Irna - continuerà con forza su questo cammino onorevole". Khamenei ha sottolineato che la maggioranza dei Paesi del mondo "loda e incoraggia la nazione iraniana dal profondo del cuore perché essa resiste coraggiosamente". Teheran ha ignorato una richiesta del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di sospendere entro il 31 agosto scorso l'arricchimento dell'uranio ed ha anzi aggiunto una catena di 164 centrifughe supersoniche ad un'altra uguale già esistente. Tuttavia i Paesi del sestetto che portano avani in prima persona il confronto con la Repubblica islamica, cioé Russia, Cina, Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania, non sono ancora riusciti ad accordarsi sulle iniziative da adottare nei confronti di Teheran, con la Russia e la Cina che si oppongono all'adozione di sanzioni. Al termine delle prime consultazioni informali del Consiglio di Sicurezza sul progetto di risoluzione europea per le sanzioni all'Iran e a seguito di una successiva riunione del gruppo Cinque più Uno (i cinque membri permanenti del Consiglio più la Germania) resta il disaccordo sugli strumenti punitivi da adottare nei confronti di Teheran. La riunione informale degli ambasciatori del gruppo Cinque più Uno si è conclusa senza passi avanti. L'ambasciatore cinese Wang Guangya ha definito "non conclusive" le discussioni e parlato di "divergenze inconciliabili". Ma il suo collega russo Vitaly Churkin, pur confermando il disaccordo, ha detto che non si tratta di "divergenze fondamentali". Il dibattito riprenderà alla fine della settimana secondo fonti diplomatiche.

La storia di Zahra


In Iran Zahra Amir-Ebrahimi è piuttosto famosa. È infatti una delle interpreti di un serial televisivo di successo, decisamente morigerato, come richiedono i canoni iraniani. Un programma dove le donne appaiono coperte dal velo islamico. Eppure l'attrice si è trovata al centro di un vero scandalo a luci rosse e nel giorni scorsi un giornale ha dato la notizia del suo tentato suicidio. Tutto nasce da un video pornografico venduto nel circuito illegale e fatto circolare anche su Internet. Si tratta del film di una coppia che si riprende mentre fa sesso. La donna, a quanto pare, sarebbe proprio Zahra Amir-Ebrahimi. Per questo l'attrice è stata convocata dalla polizia per essere interrogata. In un primo momento si era pensato a uno dei tanti filmati fatti di nascosto e venduti al mercato nero in cui vengono mostrate feste di personaggi famosi che violano i dettami della legge islamica. Poi però, sulla stampa e nei pettegolezzi tra amici, si è cominciato a parlare di immagini molto più esplicite, tali da distruggere la reputazione della ragazza coinvolta. Zahra ha allora reagito. In un'intervista all'agenzia Ilna ha negato di essere lei la protagonista e di avere tentato di suicidarsi. La magistratura ha detto di essere decisa ad andare fino in fondo per scoprire il responsabile della diffusione del video, che, secondo quanto ha detto il vice procuratore generale, Nasser Seraj, rischia per questo un anno di prigione. Ma in Iran è vietato anche il sesso al di fuori del matrimonio. E dunque rischiano molto anche il colpevole, che sembra proprio l'uomo ripreso nel filmato, sia la sua partner, chiunque essa sia. Il capo della polizia di Teheran, generale Radan, ha detto al quotidiano Etemad che il responsabile «è già stato identificato, ma non ancora arrestato». Questo perché, secondo il giornale, sarebbe riparato all'estero. E per lui il procuratore di Teheran, Said Mortazavi, avrebbe già chiesto un mandato di arresto internazionale all'Interpol.