martedì, luglio 04, 2006
Quali sono i buoni
Teheran - Non è facile capire l'Iran. Ma so per certo che molti ne parlano in maniera sbagliata. Possedendo (almeno) due anime, basta prenderne soltanto una per non disegnare in maniera corretta un Paese dalla lunga storia e dai molti problemi. Sì, l'Iran è diviso a metà e il suo futuro dipenderà dalla scelta che verrà fatta, comunque dolorosa per la parte che non prevarrà. Parlando con ragazzi di Tehran, oggi, si discuteva proprio su questo. Sono giovani, portati verso l'apertura, ma dentro conservano retaggi di una cultura forte, difficile da estirpare in poco tempo. Si discuteva del ruolo della donna: ammettevano che la condizione femminile qui è ancora al Medioevo ma poi molto onestamente confessavano di non esser pronti per il cambiamento. Si discuteva della pena di morte: erano d'accordo sull'inciviltà della pena, però si dicevano convinti che per certi delitti non possono esserci sconti. E poi la religione. Loro la vivono in maniera tranquilla, ma sanno che ci sono altri giovani pronti a morire per Allah. Tutti quelli che ho incontrato sono assolutamente contro la guerra, qualsiasi guerra. Hanno sui trent'anni e, anche se da piccoli, hanno sfiorato quella lunghissima guerra contro l'Irak, per nessuna ragione vorrebbero conoscerne un'altra. Nessuno parla del nucleare e se gli chiedi della bomba atomica rispondono pronti: "Ma mica l'abbiamo". Abbiamo parlato di calcio, della sconfitta con il Portogallo, e anche dell'Italia. "Peccato che non avete battuto gli Stati Uniti, si meritano una lezione, in tutti i campi, si sentono i padroni del mondo". Però, già l'ho detto ieri, bevono tutti Coca Cola. McDonald non c'è ma i ragazzini fanno la fila a Star Burger che è la stessa cosa. Allora? Dove si va? Istintivamente siamo arrivati a un punto d'incontro. Bisogna andare avanti, verso il progresso, ma facendo forza sulla vostra cultura, gli ho suggerito, evitando le degenerazioni della nostra società. Vivere più comodi, insomma, al passo con i tempi, ma conservando i valori fondamentali. Certamente Tehran è una città deliziosa, dove si vive bene. Forse sul piano sociale stanno anche meglio di noi. Ci sono i problemi economici, soprattutto la piaga della disoccupazione giovanile, ma è il vero grande problema globale, dunque perchè sorprendersi? Io qui mi sento a casa, nonostante le differenze. E il sogno di questi ragazzi è di visitare l'Europa. Non sono nemici. Scrive Irshad Manji in un articolo linkato nell'altro commento: "Le vere armi di distruzione di massa sono quelle persone che hanno una fede incrollabile nell'imminente resa dei conti tra il bene e il male. Lasciato nelle loro mani, il mondo va verso uno scontro da Apocalisse". Ho conosciuto in questi anni troppe rovine per non sapere ormai che non ci sono buoni e cattivi. E non è detto poi che noi siamo i buoni e loro i cattivi. Il burka è una diavoleria, ma il velo qui è addirittura affascinante. Certamente (riflettiamoci) molto più di una minigonna. Ho detto ieri che c'è libertà assoluta sul web. Non è vero, ci sono siti inaccessibili. Ma non sono quelli politici, sono quelli porno. E venitemi a dimostrare che hanno torto loro. Qui, come dappertutto, ci sono ricchi e poveri, potenti e miserabili. Ma ancora non si parla di un ex re che scappa con quattro sacchi di soldi. Insomma, prima di giudicare, facciamoci un esamino di coscienza.
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