sabato, dicembre 29, 2007

Maradona invitato a Teheran

Che Diego Armando Maradona fosse un sostenitore dei nuovi movimenti latinoamericani che sognano un mondo migliore e hanno portato alla ribalta personaggi come Lula, Evo Morales, Hugo Chavez, Rafael Correa, Nestor Kirchner e molti altri lo sapevamo da tempo. Che fosse un amico speciale di Fidel Castro, pure. Adesso, dopo aver dichiarato nei giorni scorsi che si vorrebbe tatuare l'effige del presidente del Venezuela Hugo Chavez, il “Pibe de Oro” ha fatto scomodare anche la potente e influente comunità ebraica argentina con una nuova uscita delle sue: vuole conoscere il presidente iraniano Mahammud Ahmadinejad. La svolta è arrivata quando nei giorni scorsi un incaricato dell'ambasciata iraniana di Buenos Aires ha invitato a Teheran Maradona. Dopo aver espresso la sua solidarietà al popolo iraniano, Diego ha accettato di buon grado l'invito.

mercoledì, dicembre 26, 2007

Babbo Natale


Teheran, ieri.

Gli auguri di Ahmadinejad al Papa

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha inviato un messaggio di auguri a Benedetto XVI, "in occasione dell'anniversario della nascita di Gesù Cristo che è messaggero di amore, amicizia, giustizia e spiritualità nell'avvento del Nuovo Anno". Lo scrive l'agenzia di stampa ufficiale iraniana 'Irna', sottolineando che Ahmadinejad ha espresso la speranza che il 2008 sia "l'anno dell'eliminazione dell'oppressione, delle violazioni e delle discriminazioni e quello della pace, dell'amicizia e del rispetto dei diritti dei popoli". Nella sua lettera al "leader dei cattolici del mondo, il presidente iraniano ha scritto che il mondo attuale ha un disperato bisogno delle linee guida dei profeti di dio, più che in qualsiasi altro momento nella storia" si legge nel lancio dell'Irna. Ahmadinejad ha poi espresso l'auspicio che "il nuovo anno cristiano porti pace e tranquillità alla comunità internazionale sulla base della giustizia e della spiritualità". Non si conoscono i contenuti della risposta di Ratzinger ma è prassi che, come fanno notare fonti bene informate, il pontefice risponda a "tutti i messaggi di auguri che gli pervengono da leader politici e religiosi".Gesù è uno dei più importanti profeti per i Musulmani e in Iran la sua figura è particolarmente venerata. Gli sciiti, che nella Repubblica islamica sono oltre il 90 per cento, credono che Gesù tornerà sulla Terra nel giorno del Giudizio al fianco del loro dodicesimo Imam, ritenuto scomparso, per portarvi la giustizia divina.

lunedì, dicembre 17, 2007

Il blog del presidente


Sempre detto che Ahmadinejad è un personaggio unico. Leader degli oscurantisti più tosti, che vorrebbero relegare l'Iran al medioevo culturale, il presidente ha sempre amato le nuove tecnologie. Da tempo ha aperto un sito ufficiale, ma non era altro che una vetrina propagandistica. Adesso è andato oltre, ha aperto addirittura un blog personale. E fa proprio il blogger, aprendo i commenti a tutti, anche a chi lo insulta e gli augura una "morte lenta". Chiunque di noi può lasciare un messaggio e non è cosa da poco per uno degli uomini che hanno in mano i destini del mondo. Ricordo che Pipistro gli scrisse a proposito di una ragazza condannata e lui rispose, di suo pugno, promettendo di interessarsi al caso. Non voglio fare confronti, ma provate a scrivere non dico a Bush ma a Napolitano, se ci riuscite. Ahmadinejad è talmente alla pari che nei giorni scorsi ha visto oscurato anche il suo blog per un giorno, come tutti gli altri blog iraniani, dai suoi stessi servizi di sicurezza, come riporta un articolo del Corriere. Sullo spazio del presidente di Teheran c'è di tutto, compresi i link all'informazione, e anche post dedicati alla libertà. Lui ha soprattutto un pallino: quello di parlare agli altri, ai nemici. C'è un messaggio al popolo americano e financo gli auguri di Natale ai cristiani. Ha ragione probabilmente quel maestro di Giorgio Bocca che s'interroga questa settimana sull' Espresso su chi siano oggi i nemici. I nemici oggi, ipotizza, sono quelli con cui non puoi fare affari. E' vero se pensiamo che gli Stati Uniti si considerano alleati dei sauditi che finanziano il terrorismo. Ahmadinejad lo ha capito bene e forse nessuno si è reso conto che qualcosa sta cambiando se il numero due di al Qaeda lo accusa pubblicamente di essere "pappa e ciccia" con Bush, cioè il diavolo. Al Zawahiri nell'ultimo proclama è chiarissimo: "è stato l'Iran ad aiutare gli americani in Iraq". A questo punto, è difficile capire (lo sostengo da tempo) dov'è il bene e dov'è il male.

domenica, dicembre 16, 2007

Vittoria censurata

Il mensile iraniano Zanan torna su un avvenimento che i mezzi d'informazione locali hanno quasi ignorato: la qualificazione della nazionale femminile di calcio alle finali della Coppa d'Asia, poi vinta dalla Giordania. Battendo l'India quattro a uno, a ottobre, le giocatrici iraniane sono comunque entrate nella storia del paese, scrive Amir Alizadeh, uno dei pochi uomini che scrive su Zanan. Eppure giornali e tv hanno coperto l'avvenimento solo con qualche breve notizia corredata da foto d'archivio. Ma anche volendo non avrebbero potuto fare diversamente: le autorità di Teheran hanno fatto di tutto per impedire che trapelasse qualunque immagine. Anche alle fotografe è stato impedito di entrare allo stadio e le tifose erano perquisite minuziosamente per evitare che facessero entrare qualche cellulare con fotocamera. Tutte queste precauzioni per un solo motivo: le giocatrici indiane non indossavano una tenuta islamica, e far circolare immagini di donne in calzoncini è impensabile per l'opinione pubblica iraniana, anche se le calciatrici di Teheran avevano scelto una divisa più castigata.

martedì, dicembre 04, 2007

Ora anche la Cia smentisce Bush

Lo dico da un posto doloroso come Kabul, dove la guerra non è solo una parola da usare nelle strategie politiche ma è stampata sulla pelle della gente, e anche dei soldati occidentali che spesso ci rimettono la vita. Sulla storia dell'Iran ho espresso da tempo e più volte il mio pensiero. Lo ribadisco in sintesi: attaccare Teheran significherebbe dare ad Ahmadinejad la patente pericolosissima di leader del Grande Islam in un'eventuale, disastrosa "guerra santa". Dialogare significa invece aiutare la metà del popolo iraniano, che contrasta il fondamentalismo, ad uscire dal medioevo culturale. Insomma, sarebbe un errore politico (per non parlare dell'aspetto umanitario) devastante, ancor più di quello irakeno, nato proprio da un falso. Non sono soltanto i benpensanti a sostenere che l'Iran non costituisce un pericolo immediato e dunque un attacco sarebbe gratuito, ma ora anche i servizi segreti americani al completo. Mentre Olmert soffia sul fuoco, Bush fa orecchie da mercante. Va per la sua strada, come se tutto l'orrore non fosse sufficiente. C'è un solo sistema: bisogna lasciarli soli sulla strada della follia e non fare l'errore di seguirli come a Baghdad. Perchè da soli sicuramente non si muoveranno. E se lo facessero, se ne assumerebbero per intero le responsabilità. Compreso il rischio serio di una ritorsione di tipo terroristico.

Due anni dopo aver affermato che l'Iran era impegnato in una corsa contro il tempo per dotarsi di un'arma nucleare, l'intelligence Usa ha compiuto un netto dietrofront. Un rapporto che raccoglie le conclusioni della Cia e delle altre 15 agenzie d'intelligence americane, afferma che Teheran ha interrotto il programma nell'autunno 2003, sotto l'effetto della pressione internazionale. Il rapporto, inviato dai servizi segreti al Congresso, aggiunge che l'Iran continua ad arricchire uranio e teoricamente potrebbe sviluppare un'arma tra il 2010 e il 2015. Ma nel complesso la Cia manda un segnale rassicurante, che provoca un grattacapo alla Casa Bianca, dove solo lo scorso ottobre il presidente George W.Bush ha sollevato lo spettro della 'Terza Guerra Mondiale' se il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad non viene fermato. Gli uomini del presidente sono entrati in azione pochi minuti dopo la diffusione del rapporto: "E' una conferma che eravamo nel giusto ad essere preoccupati", ha sostenuto il consigliere per la sicurezza nazionale, Stephen Hadley, aggiungendo che le conclusioni dimostrano la necessità di "continuare a mantenere la pressione internazionale" sull'Iran. Da Doha, dove partecipa - primo presidente iraniano ad essere invitato - ad un vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), Ahmadinejad ha fatto sapere che il dossier nucleare iraniano "é chiuso", aggiungendo che la questione del nucleare "é giunta al termine" e che l'Iran "non si sente assolutamente minacciato. Ansa.it L'arsenale fantasma, come in Iraq