martedì, luglio 04, 2006

Il lungo viaggio di Monir


“Mi sono trasferita in Italia dopo il divorzio”. A sottolinearlo la pittrice iraniana Monir Mirabian. “Era il novanta – spiega con un filo di voce – avevo studiato a ll’istituto di Belle arti di Assisi e poi decisi di tornare nella mia terra a Teheran. Il matrimonio i figli e poi il divorzio con mio marito. A quel punto nella mia Iran non potevo più stare in quanto ero una donna divorziata”. Si ferma un attimo per prendere respiro. A stento riesce a trattenere le lacrime. “Nel nostro paese – sottolinea – una donna che lascia il marito non è ben vista. Le regole sono molto dure e rigide. La legge non prevede l’affidamento dei figli alla madre. Così la decisione di lasciare tutto e venire in Italia. Ho deciso l’Umbria perché c’ero vissuta. I primi tempi sono stati duri. Poi siamo riusciti ad andare avanti. Tanti sacrifici e tante rinunce ma ce l’abbiamo fatta”. Ora dipinge quadri su richiesta ama i ritratti e anche i fiori. Monir Mirabian attraverso il linguaggio figurativo delle sue opere ha in alcuni quadri rievocato tutti i travagli e le sofferenze del suo popolo e della sua terra affrontando temi quali la nostalgia, la ricerca di libertà e d’amore. L’Iran è stata ed è una terra ricca di storia e tradizioni ma allo stesso tempo anche segnata dalla guerra e dalla rivoluzione. Tutto questo l’artista l’ha tradotto servendosi della pittura. Una comunicazione immediata che lascia trasparire tutti i sentimenti dell’artista nel momento in cui l’ha dipinto. Simona Maggi

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