domenica, settembre 30, 2007

La questione palestinese

Che il Medioriente sia la questione centrale lo sappiamo da sessant’anni. Alcuni politici di buona volontà hanno provato a mettere insieme i cocci ma al massimo sono riusciti talvolta a strappare qualche lembo di pace. Forse perché questa pace qualcuno non la vuole, non cerca un accordo ma aspira ad avere ragione totale, senza rispetto per chi in quella terra, la Palestina, già ci stava. E’ stato chiaro l’11 settembre 2001 quando, dopo l’attacco alle torri, Bush si è autoproclamato presidente del mondo e Israele si è subito accodata: “Ecco, risolviamo la questione palestinese”. Cosa c’entrano i palestinesi con al Qaeda? Solo una maniera per accreditare culturalmente l’idea che i palestinesi siano terroristi, alla stessa stregua dei seguaci di bin Laden. E l’ha capito soprattutto Ahmadinejad che continua a punzecchiare proprio Israele. L’Iran, attaccato mediaticamente da anni, non intende abbassare la testa e rivendica la possibilità di sbugiardare apertamente la logica del doppio binario, che vede gli Stati Uniti (con l’occidente) porsi in posizione diversa rispetto alle parti. Così l’Iran ha chiesto ufficialmente alle Nazioni Unite un’ispezione sulle capacità nucleari israeliane. E c’è da chiedersi quanto noi europei dovremo continuare ad immaginare come legittima la politica israeliana di riconosciuta ed istituzionalizzata “ambiguità” (nucleare), quando minacciosi si fanno i venti di guerra spinti da una regola da far west, quella del più forte. segue

mercoledì, settembre 26, 2007

Alle Nazioni Unite



Il presidente iraniano Ahmadinejad parla all'Onu.

sabato, settembre 22, 2007

La parata militare

L'Iran fa sfilare i suoi missili balistici - in grado tra l'altro di raggiungere Israele - in una grande parata militare a Teheran. E il presidente Mahmud Ahmadinejad, parlando alle truppe, riafferma che nessuna sanzione economica e nessuna minaccia di attacco potrà fermare il programma nucleare della Repubblica islamica. "Coloro che pensano di fermare l'avanzata della nazione iraniana con sanzioni economiche e la guerra psicologica commettono un errore. L'Iran è entrato in possesso delle più avanzate tecnologie", ha affermato Ahmadinejad durante la sfilata, che si svolgeva come ogni anno davanti al mausoleo dell'ayatollah Ruhollah Khomeini nel 27/o anniversario dell'inizio della guerra con l'Iraq. Ansa.it IL VIDEO

venerdì, settembre 21, 2007

Parnaz Azima lascia Teheran

Parnaz Azima, la giornalista di Radio Farda, l'emittente statunitense in lingua farsi, ha lasciato l'Iran dopo otto mesi. La giornalista, che ha la doppia cittadinanza iraniana e statunitense, era giunta in Iran a gennaio per far visita alla madre malata. Subito dopo il suo arrivo le erano stati tolti i due passaporti. Azima era accusata di ''propaganda anti regime'' e ''spionaggio a favore di potenze straniere'', ed era libera dietro il pagamento di una cauzione di 450mila euro. Azima, che è giunta a Praga, dove ha sede Radio Farda, ripartirà per gli Stati Uniti per un periodo di riposo.

Rifiuti

Ahmadinejad ha anche chiesto nei giorni scorsi di visitare Ground Zero ma la richiesta è stata respinta ufficialmente per motivi di sicurezza, ma in realtà con sdegno. “Sarebbe un oltraggio” ha dichiarato Condoleeza Rice. Succede di essere rifiutati. E’ capitato anche a Condy con il Papa quest’estate. Voleva incontrarlo ma il Papa ha rifiutato con decisione, ufficialmente perché in vacanza, in realtà perché in contrasto (si sussurra al Vaticano) per contrasti sulla politica estera americana, specificatamente su Iraq e Iran.

Il cow boy e il giocatore di scacchi

Aveva già scritto direttamente a Bush e, pare, anche a Condy. Chiedeva di discutere, di trovare un punto d’incontro. Non ha mai ricevuto risposta e adesso, qualche mese dopo quelle lettere in qualche maniera private, Ahmadinejad lancia la proposta di un dibattito pubblico con il presidente americano. Lo ha detto durante alla Tv statale iraniana. “Sediamoci insieme e discutiamo. Ho proposto di discutere all'assemblea generale delle nazioni Unite delle questioni internazionali. Il nostro obiettivo sarà quello di risolvere i problemi del mondo. Laggiu', saranno riuniti i rappresentnati di duecento Paesi e potranno giudicare". Contemporaneamente il leader iraniano ha affidato alle agenzie ufficiali nuovamente segnali di grande simpatia al popolo americano. “Noi vogliamo pace e amicizia con gli americani”ha detto testualmente. Non è finita qui. Dopo qualche ritrosia iniziale Mahmoud Ahmadinejad ha cedutoalla corte di Oliver Stone che vuole fare un documentario sui due anni di presidenza sulla falsariga del “Comandante”, l’intervista fiume a Fidel Castro.I collaboratori più stretti di consiglieri gli avevano sconsigliato di accettare perché «sebbene Oliver Stone sia unanimente ritenuto una voce dell'opposizione americana, resta, tuttavia, un prodotto del Grande Satana», cioè degli Stati Uniti. Ma Ahmadinejad ha pensato invece che il documentario potrebbe stimolare quel dialogo diretto con il popolo americano che sta cercando da tempo. Ha posto una sola condizione: tutti inserti video originali, insomma niente fiction.
Ma c’è di più. I messaggi più importanti li ha sempre affidati alla stampa occidentale. Così in un’intervista agli inglesi di “Channel 4” ha offerto anche la chiave politica per smorzare i toni (come ho riportato nel post precedente). Ha dichiarato testualmente: “Noi non vogliamo la bomba, siamo contro le bombe, in realtà dal punto di vista politico, non e’ utile … perche’ dovremmo volere la bomba? Per quale uso? Non ne abbiamo bisogno” Parlando in diretta dalla sua residenza a Teheran il presidente iraniano . ha pero’ difeso il diritto di Teheran di portare avanti il controverso programma di arricchimento dell’uranio, di cui la comunita’ internazionale chiede il blocco”. Su questo non è disposto a cedere tanto che il capo negoziatore iraniano, Ali Larijani, ha ammonito che una terza tornata di sanzioni dell’Onu contro l’Iran potrebbe mettere a repentaglio la collaborazione con gli ispettori internazionali.
La verità è che l’Iran la bomba atomica non ce l’ha e se pure dovesse cominciare adesso a produrla ci vorrebbero, secondo gli scienziati, almeno dieci anni. Dunque, anche a non credere alle sue intenzioni, sicuramente non si tratta di un pericolo immediato. Così immediato che gli Stati Uniti hanno già pronto un piano dettagliato d’intervento. Il Pentagono avrebbe già stilato una lista di circa duemila obiettivi da colpire. Bush starebbe avviando un’escalation politica in questi mesi per giustificare l’intervendo, esasperando le tensioni. C’è addirittura chi prevede il peggio: non un’operazione chirurgica ma un attacco totale, sul tipo dell’operazione “Shock and Fright” con cui è partita la guerra in Iraq: cioè i bombardamenti a tappeto per distruggere l’esercito iraniano, forse in questo caso senza l’invasione successiva ma solo per dimostrare chi è il più forte.
A nulla è valsa la lezione. La grande paura di una nuova, devastante guerra nasce dalle coincidenze. Allora il pretesto erano le armi di distruzione di massa mai trovate, adesso una bomba atomica che non esiste. La stessa Aiea ha confermato che lo scopo del nucleare iraniano non è militare. Ma niente, l’Iran va attaccato. Non ci vogliono grandi esperti per capire che Bush ha un anno di tempo per rifarsi e spera con Teheran di cancellare Baghdad. Accusa Ahmadinejad di appoggiare il terrorismo ma dimentica la storia. Per dieci anni ha affiancato Saddam per mettere un muro davanti al regime degli ayatollah. Che fa? Toglie Saddam e adesso scopre che la via dei fondamentalisti è aperta. E allora deve andare là a rimettere un tappo senza sapere che metà del popolo iraniano non è con il presidente. Ho parlato con studenti e studentesse (a volto scoperto) all’università di Teheran e vogliono il cambiamento, uscire dal medioevo culturale. Se Bush facesse l’errore di toccare solo con un dito l’Iran ad Ahmadinejad non sembrerebbe vero di diventare il leader della guerra santa.
Basterebbe ragionare ma il problema vero è la statura politica dei due. Il presidente iraniano è un grande giocatore di scacchi, seguendo un’antichissima tradizione persiana, Bush è un cow-boy modesto giocatore di poker. Non riesce a capire il bluff di questo piccoletto finto contadino che invece ha due lauree (una in fisica nucleare, guarda caso) che parla anche l’italiano ma fa finta di non capirlo, che attacca Israele solo per provocare perché sa che il punto cruciale è quello. Solo che adesso frena perché ha capito che quello non sa giocare a carte. Parole, Ahmadinejad ha usato finora solo parole: politica. Bush non vede l’ora di mostrare i muscoli.

lunedì, settembre 17, 2007

La bomba atomica? Inutile

L’Iran non ha alcun interesse a dotarsi di armi nucleari, perche’ sono “inutili”. E’ l’opinione di Mahmoud Ahmadinejad, che, in un’intervista alla britannica ‘Channel 4′, ha parlato del programma nucleare iraniano che suscita i timori della comunita’ internazionale. “Non vogliamo la bomba, siamo contro le bombe, in realta’”, ha affermato il presidente iraniano in diretta dalla sua residenza di Teheran, “dal punto di vista politico, non e’ utile … perche’ dovremmo volere la bomba? Per quale uso? Non ne abbiamo bisogno”. Il capo di Stato ha pero’ difeso il diritto di Teheran di portare avanti il controverso programma di arricchimento dell’uranio, di cui la comunita’ internazionale chiede il blocco perche’ teme possa essere il primo passo verso l’acquisizione di armi nucleari. Intanto, il capo negoziatore iraniano, Ali Larijani, ha ammonito che una terza tornata di sanzioni dell’Onu contro l’Iran potrebbe mettere a repentaglio la collaborazione con gli ispettori internazionali.

Perchè certe notizie che smorzano i toni in occidente non le pubblica nessuno? Mi pare di tornare alla vigilia della guerra in Iraq: tutti a cercare le armi di distruzione di massa di Saddam. Gli ispettori dell'Onu dopo sei mesi di ricerca a garantire: non ci sono. Ma niente, la guerra andava fatta. Avete visto i risultati. Pare che il progetto di Bush, dopo il totale fallimento iracheno, sia quello di rifarsi con l'Iran. Ma non sa che potrebbe andare anche peggio.

mercoledì, settembre 12, 2007

Pegah è libera

Pegah, la donna lesbica iraniana che dalla Gran Bretagna rischiava l'estradizione nel suo paese e la morte, "è libera". A dare l'annuncio è il gruppo EveryOne, che ha promosso la mobilitazione per la sua vita, e che fa sapere che la donna "si trova a casa di amici a Sheffield". La notizia della liberazione di Pegah Emambakhsh dal centro di detenzione di Yarl's Wood di Clapham - fa sapere il gruppo EveryOne - è arrivata nella tarda serata di ieri. La sua liberazione, dicono con soddisfazione dall'organizzazione, è frutto della mobilitazione internazionale ha cui hanno aderito migliaia di cittadini e centinaia di organizzazioni per i diritti umani.

domenica, settembre 02, 2007

L'armonia dei contrasti

As salamu alaykum nobile Pino Scaccia. Mi chiamo Karima Angiolina Campanelli, nata in Italia da genitori italiani, regista di teatro.Sono una dei tanti musulmani occidentali di cultura italiana ; seguo con grande attenzione, interesse il tuo lavoro, ed ho apprezzato ed apprezzo non solo la sensibilità con la quale ti sei fatto portavoce dei malesseri e dei disagi di questa nostra società, degli animi dei singoli e di chi in ogni luogo fisico o mentale ha reclinato l'anima al disagio e sia impedito ad avanzare degnamente nella vita; ancor più apprezzo il tuo cuore fermo nei campi di battaglia in avanguardia. Ti sono grata per aver espresso parole che ai più sono negate.....Ed ora mi permetto di esprimere un pensiero che in animo spero voglia da te esser colto e posto come seme nel terreno del tuo lavoro. Dei pochi scelti (ad arte) per narrare o rappresentare l'Islàm, mai vien data voce ai più, che in mezzo a voi si muovono con animo pacifico, a tutti coloro (tantissimi) che invisibili vivono, lavorano, condividono e s'impegnano perchè la nostra mirabile (nella gioia e nel dolore) vita divenga luogo di fusione e riconoscimento dello stupefacente insieme di diversità (pur comprendendo che è poco vendibile chi non crea scandali e disarmonie).....Ti chiedo di parlare di noi, di tutti i silenziosi! ....personalmente mi presto ad un servizio che per noi musulmani è tappa necessaria nel momento della separazione, quando la morte ci sorprende, mi riferisco al rituale del lavaggio delle salme delle sorelle decedute, rituale colmo di poetica per chi ne comprende il senso più ascoso; molte sorelle spirano negli ospedali, e lì io sperimento aspetti indescrivibili e dolorosi su come i resti dei nostri cari (Ebrei cristiani, atei, musulmani, buddisti ecc.) vengano trattati, un'inchiesta farebbe luce su ambienti inadeguati, sulla sporcizia, sui traffici che alla camorra (parlo di Napoli con cognizione di causa) vengono concessi, sulla mancanza di strutture che permettano a tutti nelle diversità religiose e non di avere una stanza degli addii adeguata, dove le scelte sofferte di un'intera vita vengano rispettate e portate a compimento anche in quell'ultimo atto... "L'armonia dei contrasti supera gli universi infiniti e ci avvicina a Dio....Bisogna farsi uccelli e mettersi a volare. Bisogna divenire un'agile alcione. Bisogna immergersi in un vasto mare. Bisogna estrarre pietre preziose tali che non le riconosca il gioielliere.".... Allah ti compensi e ti apra le porte necessarie alla realizzazione di ciò che è bene, ti doni bellezza e ricchezze e un passo lieve :-) Karima

salam wa rahma