La disperata richiesta di aiuto per la loro madre da parte dei due figli è l’ennesimo segnale della gravità della condizione in cui versano le donne vittime dell’estremismo religioso. La donna iraniana, 43enne, si chiama Sakineh Mohammadi Ashtiani ed è stata condannata alla pena di morte per lapidazione dopo un’accusa di adulterio. Nel maggio 2006 aveva ricevuto 99 frustate perché accusata di rapporti extra coniugali con due uomini e, così, ieri Amnesty International ha chiesto alle autorità iraniane di fermare l’esecuzione imminente della donna, madre di due ragazzi, e l’impiccagione di un’altra donna che ha affermato di essere un’attivista politica. Nonostante questo, però, la donna è stata condannata perché, secondo del codice penale islamico dell’Iran, l’adulterio è punito con la lapidazione o la fustigazione, mentre omicidi e altri reati come il traffico di droga sono puniti con l’impiccagione. Ora, l’ultimo drammatico appello arriva dai due figli della donna.
Per favore aiutateci a porre termine a questo incubo e a non farlo diventare realtà. Spiegare i minuti e i secondi delle nostre vite è molto difficile. Le parole perdono il loro significato in questi momenti di agonia. Aiutateci a salvare nostra madre.
Sajad, 20 anni, e Farideh, 16 anni
La condanna a morte per lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani sarà rivista. La donna doveva morire perché colpevole di adulterio, ma il regime iraniano ha deciso di rivedere la sentenza inflitta nel 2007. "Le condanne quali quella alla lapidazione verranno attentamente riviste e probabilmente cambiate", ha detto all'Irna il responsabile diritti umani, Mohammad Javad Larijani, facendo particolare riferimento al caso di Sakineh, riconosciuta colpevole di adulterio nel 2006. Tg1
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